Non basta essere indaffarati.
La domanda e': per cosa siamo
indaffarati?
H.D. Thoreau
mercoledì 27 agosto 2008
Ritorno in ufficio: inizia la nuova stagione migliorandoti!
Le ferie stanno per finire e su tutti incombe il famigerato ritorno in ufficio. Si pensano alle mille cose che d'ora in poi si dovranno fare, non solo al lavoro, e alle tante altre che vorremmo fare ma che, purtroppo, non potremo fare.
In realta', il propblema molto spesso e' quello della gestione del proprio tempo e delle proprie abitudini.
occorre ricordare la famosa Matrice del Tempo, con i quattro quadranti, che sintetizzano quattro modalita' di utilizzo del tempo.
Nel quadrante URGENTE, NON IMPORTANTE, sono le attivita' che potrebbero provocare piu' stress, perche' per noi non sono molto importanti, ma si devono fare (pagare le bollette, finire un report non importante).
Poi ci sono le attivita' URGENTI ED IMPORTANTI, che ovviamente non possono essere ridimensionate, o almeno, non molto. Possono essere gestite meglio, questo sicuramente.
Le attivita' su cui ci dobbiamo concentrare sono quelle IMPORTANTI (per noi, per i nostri obiettivi di vita e di crescita personale) e NON URGENTI (non devo farlo per domani: se pero' lo faccio, mi sentiro' molto meglio, la mia stima e soddisfazione aumenteranno, avro' raggiunto un obiettivo importante per me.)
L'ultimo quadrante e' quello delle attivita' NON IMPORTANTI E NON URGENTI, come guardare la televisione, fare shopping, giocare ai videogiochi, leggere la rivista di auto/moda, insomma, passare il tempo in modo (per noi) non produttivo (una passeggiata in un bosco potrebbe essere un'attivita' importantissima, perche' ci permette di meditare sulla nostra vita e su dove vogliamo andare, aprendo nuove opportunita' a cui non avevamo pensato). Da questo quadrante possiamo eliminare le attivita' che ci rubano tanto tempo prezioso, per dedicarlo ad un RITUALE che per noi potrebbe essere importante.
Iniziate quindi la nuova stagione decidendo di fare ogni giorno una cosa che vi piace fare, che vi fa sentire bene, vi fa crescere ed avvicinare al nostro scopo di vita: potrebbe essere un'ora di lettura di un bel libro, un'ora di esercizio fisico, oppure l'iscrizione al corso di Bonsai perche' il vostro sogno e' aprire un negozio di Bonsai, andare a correre alla fine della giornata, andare a fare volontariato. Qualsiasi cosa.
Se vi vengono in mente piu' di una cosa, scrivete una lista, mettendo delle priorita' ed iniziate con la prima voce.
Un altro RITUALE che potreste utilizzare in questo inizio di stagione lavorativa e' un piccolo rituale di 5-10 minuti al lavoro, magari piu' volte al giorno, che vi permette di rilassarvi, di recuperare le energie perdute. Non ditemi che non avete il tempo di farlo: e' come se mi diceste che non potete fermarvi a fare benzina perche' siete occupati a guidare! Utilizzate questo secondo rituale come carica-batterie: potete semplicemente passeggiare (sul corridoio, sulle scale), scrivere, leggere. Insomma, staccate per un momento la spina. Vi sentirete molto meglio, e molto piu' in controllo della vostra vita quotidiana.Buon divertimento!
In realta', il propblema molto spesso e' quello della gestione del proprio tempo e delle proprie abitudini.
occorre ricordare la famosa Matrice del Tempo, con i quattro quadranti, che sintetizzano quattro modalita' di utilizzo del tempo.
Nel quadrante URGENTE, NON IMPORTANTE, sono le attivita' che potrebbero provocare piu' stress, perche' per noi non sono molto importanti, ma si devono fare (pagare le bollette, finire un report non importante).
Poi ci sono le attivita' URGENTI ED IMPORTANTI, che ovviamente non possono essere ridimensionate, o almeno, non molto. Possono essere gestite meglio, questo sicuramente.
Le attivita' su cui ci dobbiamo concentrare sono quelle IMPORTANTI (per noi, per i nostri obiettivi di vita e di crescita personale) e NON URGENTI (non devo farlo per domani: se pero' lo faccio, mi sentiro' molto meglio, la mia stima e soddisfazione aumenteranno, avro' raggiunto un obiettivo importante per me.)
L'ultimo quadrante e' quello delle attivita' NON IMPORTANTI E NON URGENTI, come guardare la televisione, fare shopping, giocare ai videogiochi, leggere la rivista di auto/moda, insomma, passare il tempo in modo (per noi) non produttivo (una passeggiata in un bosco potrebbe essere un'attivita' importantissima, perche' ci permette di meditare sulla nostra vita e su dove vogliamo andare, aprendo nuove opportunita' a cui non avevamo pensato). Da questo quadrante possiamo eliminare le attivita' che ci rubano tanto tempo prezioso, per dedicarlo ad un RITUALE che per noi potrebbe essere importante.
Iniziate quindi la nuova stagione decidendo di fare ogni giorno una cosa che vi piace fare, che vi fa sentire bene, vi fa crescere ed avvicinare al nostro scopo di vita: potrebbe essere un'ora di lettura di un bel libro, un'ora di esercizio fisico, oppure l'iscrizione al corso di Bonsai perche' il vostro sogno e' aprire un negozio di Bonsai, andare a correre alla fine della giornata, andare a fare volontariato. Qualsiasi cosa.
Se vi vengono in mente piu' di una cosa, scrivete una lista, mettendo delle priorita' ed iniziate con la prima voce.
Un altro RITUALE che potreste utilizzare in questo inizio di stagione lavorativa e' un piccolo rituale di 5-10 minuti al lavoro, magari piu' volte al giorno, che vi permette di rilassarvi, di recuperare le energie perdute. Non ditemi che non avete il tempo di farlo: e' come se mi diceste che non potete fermarvi a fare benzina perche' siete occupati a guidare! Utilizzate questo secondo rituale come carica-batterie: potete semplicemente passeggiare (sul corridoio, sulle scale), scrivere, leggere. Insomma, staccate per un momento la spina. Vi sentirete molto meglio, e molto piu' in controllo della vostra vita quotidiana.Buon divertimento!
martedì 26 agosto 2008
Stress, sempre un nemico?
Ansia, stress, peroccupazione: queste sono a volte le emozioni che piu’ spesso ricorrono nella vita d iuna persona, circondata da un lavoro che richiede molta energia, dalle spese, dai figli, la famiglia e tantissimi altri fattori.
Nascono cosi’ corsi, libri e video su come COMBATTERE LO STRESS: che in realta’, e’ il simbolo della vita stessa e quindi non deve assolutamente essere combattuto, ma gestito meglio.
Lo stress e’ il motore delle nostre azioni, un motore potente che ci puo’ rendere concentrati, efficienti, verso un obiettivo preciso.
Ma allora cos’e’ quella sensazione di continua ansia, cronica, che si annida sul nostro ventre e a volte non ci fa respirare? Perche’ quando a volte ci sentiamo stressati, la sensazione non e’ per niente piacevole, esauriamo le energie e vorremmo essere da tutt’altra parte?
In realta’, questo succede perche’ esistono due tipi di stress, come il colesterolo: c’e’ quello “buono” e quello “cattivo”.
Il primo si chiama EUSTRESS ed e’ l’energia che da’ propulsione alla nostra vita. Lo sentiamo quando abbiamo chiaro nella nostra mente un obiettivo importante, significativo per noi, che vogliamo raggiungere. L’Eustress ci aiuta ad andare avanti, a resistere, a rispettare una scadenza importante per noi (e non semplicemente URGENTE!); da’ alla vita colpi di pennello carichi di emozione positiva, di eccitazione per le sfide del futuro e del presente.
Il DISTRESS invece e’la parte negativa ed e’ quello stress che ci toglie energia. E’ solitamente cronico, non ce ne possiamo liberare, continua a creare preoccupazioni su preoccupazioni, spesso risolvibili o del tutto inesistenti e porta ad ansia e perfino angoscia.
Il distress deve essere eliminato perche’, come provato anche dai ricercatori di tutto il mondo, oltre a toglieci energia vitale e rovinarci la vita, e’ pericoloso per la nostra salute.
Per evitare il Distress, occorre riflettere prima di tutto sulla propria vita, i propri valori ed i propri obiettivi? Stiamo vivendo secondo i nostri valori? Abbiamo la vita sotto controllo o ci sentiamo lanciati da un’urgenza all’altra, senza poterci fermare? Facciamo cose importanti per noi stessi, quelle che ci danno energia, oppure maciniamo compiti “da fare assolutamente” durante la giornata senza pensare a noi stessi? Facciamo pause durante la giornata? Curiamo mente, corpo, spirito, emozioni, o facciamo una vita completamente squilibrata?
Lo stress puo’ essere un grande amico e compagno in un viaggio verso un traguardo personale e verso una crescita interiore continua. Puo’ darci rinnovata energia, quando pensiamo di non averne piu’, e puo’ rendere la vita un’avventura emozionante senza fine. D’altro canto, se cadiamo prigionieri del Distress, la vita sara’ un angoscioso susseguirsi di avvenimenti urgenti di cui non abbiamo il controllo, che abbassa la nostra qualita’ della vita, la nostra creativita’, la capacita’ di giocare, e soprattutto di sognare.
Ronaldo - biografia di un campione che ha lottato per un sogno
Ecco la biografia di un altro personaggio molto in vista, soprattutto in Italia, dove ha giocato per molti anni.
Spesso si ammirano le doti calcistiche, definendolo talento, e dimenticandoci che il talento, come dimostrano anche gli studi sll'argomento, in realta', non esiste. Esiste forse una predisposizione a fare un'attivita' rispetto ad un'altra, ma il vero segreto del successo di questi personaggi, non e' un segreto: determinazione, disciplina ed un sogno sempre vivo davanti a se'. Cosi' anche Tiger Woods, nonostante fosse ormai una leggenda del golf, ha continuato a praticare e a cambiare i suoi colpi, migliorandoli giorno per giorno: il talento e' il nome che si da' ad anni di allenamento. Spesso per mascherare un fatto che pochi amano scoprire: che tutti possono arrivare a risultati simili, basta volerlo e lavorare abbastanza duro...
Biografia di Ronaldo
Luiz Nazario De Lima, in arte Ronaldo, è nato il 22 settembre del 1976 in un quartiere periferico di Rio de Janeiro chiamato Bento Ribeiro. Terzogenito di una famiglia dalle modeste risorse finanziarie, inizia a giocare a calcio fin dalla più tenera età, avendo davanti agli occhi i miti della nazionale brasiliana di allora, fa i quali spiccava Zico, divenuto per il giovane calciatore in breve tempo un vero e proprio idolo e un esempio da imitare. Fattosi le ossa sui campetti di quartiere e avendo consumato le scarpe in assidue partitelle giocate sui marciapiedi della città, Ronaldo accede finalmente ad una vera squadra, seppur di calcetto, il Tennis Club Valqueire. L'allenatore, però, ancora ben lontano dall'intuirne le potenzialità, lascia il ragazzo in panchina e, quel che è ancora più grave, gli assegna il ruolo di portiere. Durante gli allenamenti, però, la vena geniale del campione comincia a farsi luce. Difficile sfuggire al fascino dei suoi palleggi e delle rapide incursioni palla al piede che Ronny è in grado di effettuare durante le innocue partitelle fra compagni di squadra, in cui ha modo anche di uscire dalla porta. Ben presto, quindi, comincia ad essere usato anche in attacco, naturalmente con ottimi risultati. Così, tra una partita e l'altra, il suo nome comincia a farsi strada, seppur a livello amatoriale, finchè non giunge alle orecchie di un osservatore del Social Ramos, una squadra un poco più importante di quella in cui militava in quel momento. Ma si tratta ancora una volta di giocare al chiuso, in piccoli campi per dilettanti o in tornei "a sette". Certo, Ronny ha solo tredici anni ma il campo "a undici" non è assolutamente troppo grande per lui e lo dimostra presto, quando viene cioè chiamato dal Sao Cristovao, finalmente un club vero e proprio. Le aspettative non saranno deluse: l'anno successivo, infatti, diventa capocannoniere nel campionato del girone. I procuratori del Brasile under 17 aguzzano subito gli occhi e raddrizzano le orecchie, fiutando nel giovane un piccolo talento in erba. E infatti si assicurano il suo "cartellino" per 7.500 dollari. Insomma, Ronny si ritaglia un posto al sole nella Nazionale giovanile, diventando un protagonista del campionato sudamericano in Colombia. I procuratori lo promuovono e gli trovano una collocazione migliore: al prezzo di 50.000 dollari, viene trasferito al Cruzeiro di Belo Horizonte. A soli diciassette anni, dunque, nel dicembre del '93, Ronaldo realizza il Grande Sogno: è convocato dalla nazionale maggiore, la leggendaria Selecao verdeoro. Il calcio inizia a diventare la sua professione, il Brasile comincia ad andare in fibrillazione per lui e in un batter d'occhi si ritrova tutti gli occhi della nazione puntati su di lui. Nel 1994 viene convocato ai Mondiali, gli stessi che vedranno l'Italia sconfitta ai rigori proprio dai verdeoro. Finita in gloria la storia del Mondiale, inizia l'avventura europea, sbarcando prima al Psv Eindhoven (e diventando capocannoniere del campionato olandese), e poi all'Inter, grazie soprattutto alle sollecitazioni del presidente Massimo Moratti. Già in Olanda però il campione aveva denunciato una serie di problemi al ginocchio. Dopo una serie di controlli, gli viene riscontrata un'apofisite tibiale che lo costringe ad un riposo forzato e che sarà fonte di forti disagi e di un notevole rallentamento della sua carriera. Nel 1996, ad esempio, si giocavano le Olimpiadi di Atlanta, un evento che il giocatore rischiava di perdere proprio a causa del ginocchio. Si sottopone quindi ad estenuanti sedute di fisioterapia con quello che diventerà il suo terapista di fiducia, il dott. Petrone. Ripresosi dai dolori, affronta con coraggio le Olimpiadi, che comunque gli fruttano, grazie alle sue prestazioni, l'ingaggio al Barcellona. A quel tempo, tuttavia, anche l'Inter si era già interessato del "Fenomeno", ma poi la società aveva desistito a causa dell'eccessivo costo dell'ingaggio. La cessione a Barcellona, a dirla tutta, avvenne comunque col consenso entusiasta di Ronaldo anche perché tornato nella sua squadra per affrontare la Coppa d'Olanda, ricevette dall'allenatore lo "sfregio" di esser lasciato in panchina. Conquista così il titolo di capocannoniere nel campionato spagnolo, vince la Coppa delle Coppe e, sulla base di promesse formulate in tempi non sospetti, attende un meritato aumento dell'ingaggio. Ciò non avviene e, con il numero dieci, Ronaldo finalmente approda all'Inter. Ed è proprio a Milano che i tifosi gli appioppano l'appellativo di "Fenomeno". Sempre nella squadra milanese conquista la Scarpa d'Oro quale miglior bomber di tutti i campionati europei nel '97, poi il prestigioso Pallone d'Oro assegnatogli dalla rivista France Football e quindi ancora il Fifa World Player. Sul piano sentimentale, invece, i rotocalchi riportano tutti i particolari della sua love story con la modella Susana, presto ribattezzata "Ronaldinha". Dopo una stagione così straordinaria, c'è il Mondiale di Francia del '98 ad attendere il campione. E qui cominciano i seri problemi a cui Ronny è andato incontro negli anni successivi. Già durante il campionato mondiale lo si è visto un po' appannato, ma durante la finale è proprio irriconoscibile. Gioca male e in modo svogliato, non è incisivo né inventivo. Al ritorno in Italia, poi, le telecamere lo inquadrano scendere la scaletta dell'aereo zoppicante e barcollante. E' palese che il Fenomeno si sente male e non è in gran forma, come poi avrà modo di confessare lui stesso davanti ai microfoni. Intanto, finisce anche la sua relazione con Susana e si fidanza con Milene. All'Inter, inoltre, sbarca un nuovo allenatore, Marcello Lippi, con in quale si crea subito della ruggine. Basti dire nel debutto in campionato, Ronny è lasciato in panchina, con gran sconcerto di tifosi e appassionati. L'epilogo di questa serie di sventure è rappresentato dalla rottura del tendine rotuleo durante la partita Inter-Lecce del 21 novembre 1999. Si profila un'operazione a Parigi e almeno quattro mesi previsti per il ritorno in campo. Intanto, Ronaldo sposa Milene da cui aspetta un bambino. Rimessosi dall'incidente al tendine, per Ronaldo le sfortune non sono finite qui. E' solo l'aprile successivo quando, durante la partita tra Lazio e Inter, valida per la finale di Coppa Italia, pur entrando in campo per soli venti minuti come prescrivono i medici, subisce la rottura completa del tendine rotuleo del ginocchio destro. Il giorno dopo, Ronaldo è sottoposto ad una seconda operazione per ricostruire il tendine. Dopo altri due anni di sofferenze, terapie, false riprese e partenze, il Fenomeno torna a calcare i campi di calcio e a calzare i tacchetti, con grande gioia dei tifosi interisti. Ma non è tutto oro quello che luccica. In mezzo, ci sono ancora i campionati mondiali di Tokio e le sotterranee tensioni presenti nel club neroazzurro, tante e tali che, Ronaldo, in conclusione dell'avventura giapponese che lo ha visto trionfatore (il Brasile vinse il campionato), deciderà di abbandonare la squadra milanese a cui deve tanto per accettare un ingaggio dal Real Madrid, suscitando un gran polverone mediatico e la delusione di tantissimi tifosi.Mondiali 2006Nonostante la sua nazionale sia uscita prematuramente dal mondiale, Ronie con i suoi gol, e' diventato il giocatore ad avere segnato più gol nella fase finale della Coppa del Mondo di Calcio con 15 reti, superando Gerd Muller (14), avendo segnato 4 reti nel 1998, 8 nel 2002 e 3 nel 2006.Carriera da giocatore Successi internazionali 2 Mondiali (1994/2002)2 Coppe Americhe (1997/1999)Squadre 1991-93: Sao Cristovao1993-94: Cruzeiro1994-96: PSV Eindhoven1996-97: FC Barcelona1997-02: Inter (100 presenze/59 gol)2002: Real Madrid
Successi con squadre di club Campionato COMMEBOL Sub-16 Campionato Mineiro '94 - Cruzeiro Coppa di Holanda '95 - PSV 2 Supercoppe spagnole '96 - Barcellona - 2003 - Real Madrid Coppa delle Coppe '97 - Barcellona Coppa del Re '97 - Barcellona Coppa UEFA '97 - Inter Coppa Intercontinentale 2002 - Real Madrid Campionato Spagnolo 2002/2003 - Real MadridAltro Goleador Olanda '95 - PSV Goleador Spagna '96 - BarcelonaMiglior giocatore della Liga spagnola '96/'97 - BarcelonaFIFA World Player '96 Pallone d'argento '96 FIFA World Player '96/'97/2002 Scarpa d'Oro '972 Palloni d'Oro '97/2002 Miglior giocatore straniero serie A Italiana '97/'98 - Inter Miglior giocatore della serie A italiana '97/'98 - Inter Capocannoniere Mondiali Korea/Giappone 2002 (8 gol)
Successi con squadre di club Campionato COMMEBOL Sub-16 Campionato Mineiro '94 - Cruzeiro Coppa di Holanda '95 - PSV 2 Supercoppe spagnole '96 - Barcellona - 2003 - Real Madrid Coppa delle Coppe '97 - Barcellona Coppa del Re '97 - Barcellona Coppa UEFA '97 - Inter Coppa Intercontinentale 2002 - Real Madrid Campionato Spagnolo 2002/2003 - Real MadridAltro Goleador Olanda '95 - PSV Goleador Spagna '96 - BarcelonaMiglior giocatore della Liga spagnola '96/'97 - BarcelonaFIFA World Player '96 Pallone d'argento '96 FIFA World Player '96/'97/2002 Scarpa d'Oro '972 Palloni d'Oro '97/2002 Miglior giocatore straniero serie A Italiana '97/'98 - Inter Miglior giocatore della serie A italiana '97/'98 - Inter Capocannoniere Mondiali Korea/Giappone 2002 (8 gol)
lunedì 25 agosto 2008
MBA Distace Learning – la scelta perfetta per lavorare e studiare
Con il dilagare delle lauree, l’aumento del reddito delle persone negli ultimi decenni, il bisogno sempre piu’ marcato di continuare gli studi, e con la riforma del 3 piu’ 2 che di fatto crea ancora piu’ laureati, anche se magari non tutti di alto livello, ha portato ad un’ inflazione della laurea, una volta presupposto di pochi. Il Dott. davanti al nome non fa piu’ tanto scalpore, anzi, molti neanche lo mettono piu’.
Cosi’ la tendenza e’ stata quella di andare oltre e pensare al Master. Ottima scelta, se non fosse che la parola ”Master” in Italia viene usata spesso a proposito, per corsi corti che niente hanno a che fare con il Master universitario.
Occorre controllare bene quello che si vuole quindi, prima di iscriversi, per essere coscienti della scelta fatta. Un Master che ancora resiste e’ il famoso Master of Business Administration (MBA), un corso della durata variabile dai 12 mesi ai 3 anni e mezzo (a seconda della formula, full time, part time, distance learning) che forma solitamente futuri top manager e imprenditori nella difficile arte dell’amministrazione aziendale, nel management e nella strategia.
L’MBA e’un percorso molto oneroso, sia in termini di tempo che di costi (costo medio per un MBA: 30.000 euro, se l’MBA diventa Executive, anche 100.000 dollari...) e molti scelgono di saltare un anno di lavoro per frequentarlo, con i costi aggiuntivi dell’anno perso (a meno che l’azienda non paghi tutto il corso).
Un’altra possibilita’ e’ quella di frequentare un MBA Distance Learning.
Esistono corsi di alta qualita’, come la ormai famosa Open University Business School, e anche altre universita’ offrono soluzioni simili (un esempio e’ Warwick, in Inghilterra).
Molti credono che il Distance Learning voglia dire studiare online e che il corso sia poco impegnativo. Distance Learning significa che parte degli studi sono fatti a distanza, sui libri, con un tutor ed una conferenza online, ma si frequentano comunque lezioni. Nel caso della Open University, ho frequentato lezioni a Milano, Roma, Ginevra, Vienna, Amsterdam, Dublino, Gran Bretagna.
Il che porta a conoscere moltissimi professionisti interessanti con ottimi spunti anche per la propria carriera. Altro vantaggio: si puo’ continuare a lavorare, sebbene il carico di lavoro sia comunque alto! (si devono preparare periodicamente report, anche pratici, esami, ecc.)
Quando si frequenta una lezione, inoltre, dato che tipicamente chi partecipa ad un corso MBA Distance Learning lavora gia’ da molto tempo e ha quindi molta esperienza si studia con persone molto interessanti e non con studenti appena usciti da scuola (io ho studiato con CEO, imprenditori, funzionari ONU, piloti di aereo, top manager di diverse aziende in tutto il mondo.) Lo svantaggio e’ che bisogna essere pazienti, perche’ un corso del genere puo’ durare piu’ di tre anni. Un altro svantaggio e’ che a volte si vorrebbe in effetti, avere piu’ lezioni in aula, accorciando magari il percorso.
La qualita’ pero’ per molte scuole e’ riconosciuta dalle principali associazioni che controllano gli MBA (AMBA, EQUIS, ecc.) per cui non si perde nulla. Il costo e’ comunque alto, sebbene inferiore ad un MBA full time. Un altro valore aggiunto e’ che si impara a gestire il proprio tempo, perche’ si studia e si lavora, ad organizzarsi, a gestire lo stress, e si applica subito quello che si e’ studiato al proprio contesto lavorativo. Ottima scelta per chi vuole avanzare di carriera oppure per chi voglia cambiare strada e diventare imprenditore o consulente.
Diana del Grande Fratello libera. Scandalo per tutti! Ma le e' andata davvero bene?
Pochi giorni fa ho inserito un articolo su Diana, simbolo della fame bulimica di successo e fama vuoti e senza una vera ragione, se non quella banale e solita di diventare conosciuti e ricchi (come dimostrano innumerevoli esempi, la strada migliore per essere infelici...).
Diana era stata pizzicata a spacciare droga a Porto Cervo. La punizione? Multa e via dalla Costa Smeralda per due anni. Un coro unanimo si e' levato, gridando allo scandolo, chiedendosi se spacciare convenga.
In realta' a Diana non e' andata cosi' bene. Anzi. Questi atti disperati di fama a tutti i costi, gli insulti in TV, il sesso durante il Grande Fratello, la droga fuori dalla discoteca, mostrano un disperato bisogno di riconoscimento, in una vita tutto sommato vuota. Una persona come lei purtroppo non ha uno scopo piu' grande di lei, un obiettivo significativo che le dia energia ogni giorno. E' una pallina da flipper che viene scaraventata da una parte all'altra, sperando di fare centro. I suoi gesti mostrano una profonda insoddisfazione della vita, la punizione peggiore di tutti. L'integrita' e' un valore estremamente importante: non si lamentino quelli che hanno un percorso da seguire, che magari lavorano ma non guadagnano come uno spacciatore, perche' lo spacciatore ha probabilmente il vuoto dentro di se'. Peggio di cosi'...
domenica 24 agosto 2008
Cammarelle oro, complimenti!
Cammarelle, 28 anni, grande oro alle Olimpiadi di Pechino.
Il campione dimostra come con determinazione, disciplina (nella boxe, come in tutti gli sport, ce ne vuole tanta...) ed una preparazione mentale adeguata (importantissima!), si possa raggiungere qualsiasi obiettivo. Se lui e' riuscito a vincere un oro alle Olimpiadi, pensa cosa puoi fare tu, se lo vuoi davvero...
Complimenti!
sabato 23 agosto 2008
Fucking Berlin - studentessa e prostituta
Sonia ha un sogno: vuole diventare scrittrice. Si iscrive all'universita' a Berlino e si mantiene come cameriera, come tantissimi altri studenti, in tutto il mondo. Ma non le basta. A casa non le facevano mancare nulla, la viziavano, come qualsiasi genitore farebbe per la propria figlia. Adesso lo stipendio da cameriera non le basta se non per sopravvivere, cosi', invece di dedicarsi al suo "sogno" (perfetto, invece di andare in giro a fare shopping, poteva scrivere tutto il giorno...) decide di entrare in un bordello di Berlino come prostituta. "Occorre solo superare le proprie inibizioni", dice. Superare le proprie inibizioni una donna lo deve fare se vuole andare al mare in costume in tanga, o topless, non se deve vendere il proprio corpo. Oltretutto, quello che rende la scelta una trappola ancora piu' infida, e' che non lo ha fatto per sopravvivere, per disperazione, ma per l'Happy Hour, per la borsa firmata, per uscire la sera in discoteca. Sonia e' forse un esempio di materialismo e visione a breve termine (vedi l'articolo Madonna e Britney Spears, sul blog) spinto fino all'eccesso, dove la persona, non guidata da uno scopo che si basa sui propri valori, che la spinge ad autorealizzarsi e quindi a fregarsene altamente della borsa che non poteva permettersi, ha deciso di "disinibirsi" come dice lei, cioe' di cedere il proprio corpo, in cambio del telefonino nuovo.
Sono scelte, ogni scelta e' un tocco di pennello che disegna il nostro carattere ed il nostro destino.
Sonia e' forse un perfetto esempio di estremo desiderio di un piacere immediato, forse un po' fanciullesco, che non puo' aspettare (dopo l'universita'?). Se avesse avuto un vero sogno, con un Vision che la muovesse ogni giorno nel profondo, la sua storia sarebbe stata diversa. Eppure, in un mondo strano come quello di oggi, dove i protagonisti del Grande Fratello finiscono ad essere attori e cantanti, ce l'ha fatta: e' riuscita a pubblicare un libro, con la sua storia. Ma a che prezzo...
giovedì 21 agosto 2008
La ricerca della felicita’: stiamo sbagliando tutto?
Il libro di Daniel Nettle e’ un compendio di interessanti esperimenti, prove, test e risultati scientifici che dimostrano come a volte l’eterna ricerca della felicita’ porti le persone a compiere azioni e addirittura a basare le proprie vite su cose che con la felicita’ non hanno niente a che fare. E questa diventa una chimera, rendendoci a volte cinici e disillusi.
Come ormai sostengono gli psicologi e i filosofi di tutto il mondo e come si vede nelle persone intorno a noi, la vera felicita’, quella duratura, viene prodotta quando troviamo qualcosa nella nostra vita, una direzione, un obiettivo, che abbia per noi un significato profondo, che ci porti all’autorelizzazione: uno scopo nella vita che ci fa tendere sempre piu’ in la’, con passione.
L’autore definisce questa personalita’ come autotelica, una persona che non ha bisogno di divertimenti, comfort, di ricompense esterne (come il denaro ed il riconoscimento di altri) ne’ dei possedimenti materiali, che invece vengono presi a modello come i produttori di una felicita’ che risulta poi sfuggente. Solo poche persone riescono purtroppo a trovare uno scopo nella vita talmente alto, da non avere bisogno di leve esterne per andare avanti.
Si e’ creato quindi un circolo vizioso che ha dato origine all’ipermaterialismo, di cui oggi molti sono prigionieri. Prendo l’oggetto nuovo, la macchina nuona, il cappotto nuovo, perche’ la vita mi da’ poche soddisfazioni, perche’ voglio sentirmi felice e riconosciuto. Il prezzo da pagare e’ alto: dopo poche ore, infatti, il piacere dell’acquisto svanisce e quando non viene rimpiazzato da un senso di colpa, occorre fare i conti con una vita senza direzione e con un conto in banca sempre piu’ magro. La ricerca della felicita’ illusoria e’ ad esempio quella che spinge molti verso le droghe, di qualsiasi genere: ma anche in questo caso, la “botta” di piacere viene sostituita da un vuoto, che deve essere colmato. Fino all’autodistruzione. Un’altra trappola e’ il fatto che compariamo sempre la nostra felicita’ con quella di altri, basata di solito sui possedimenti, lo status, il riconoscimento (che non portano a felicita’!). si crea anche in questo caso un circolo vizioso, una corsa in circolo, senza una meta, dove tutti gareggiano contro tutti, senza scopo e dove tutti perdono.
Ma allora, come essere felici? Trovare uno scopo profondo nella vita, e’ sicuramente la prima cosa. Chi voglio essere? Come voglio essere ricordato? Cosa farei tutta la vita, senza essere pagato? Oltretutto, occorre ricordare che non sono gli eventi che definiscono la nostra vita, ma l’atteggiamento con cui affrontiamo e rispondiamo a tali eventi. Se ci vittimizziamo, vivremo come vittime. Se troviamo le opportunita’ anche nelle difficolta’, cresceremo come persone, e saremo piu’ felici. Il controllo della propria vita e’ un altro indicatore di felicita’: se faccio una cosa che amo, saro’ piu’ felice. Sembra banale, ma allora perche’ cosi’ pochi lo fanno? Trovare cio’ che veramente si farebbe per tutta la vita gratuitamente, per il suo valore intrinseco, e’ un’ottima ricetta verso la felicita’ duratura. Un’altra confusione che la persona fa e’ tra quello che VUOLE (desiderio) e quello che LE PIACE. Il desiderio porta a mangiare quel dolce, anche se poi saremo infelici del nostro corpo, comprare quell’oggetto, anche se poi ci sentiremo in colpa: cio’ che ci piace, potrebbe essere semplicemente leggere un libro. Molto piu’ economico, con molta piu’ felicita’ intrinseca, anche se purtroppo, molto meno trendy.
Il libro esplora gli effetti delle droghe sulla persona, che imitano un piacere effimero che non e’ certo portatore di felicita’. Una droga naturale oggi e’ il lavoro: tutti lavorano di piu’, per piu’ ore, ma spesso senza uno scopo profondo: perche’ lo faccio? Se lo faccio solo per lo stipendio, la mia vita sara’ una corsa alla sopravvivenza, se lo faccio perche’ mi piace moltissimo farlo, non lavorero’ un giorno nella mia vita, e saro’ sicuramente piu’ autonomo, soddisfatto, e felice. Lettura leggera ed importante per il nostro sviluppo personale e per contrastare qualche TRAPPOLA MENTALE. Buona lettura!
mercoledì 20 agosto 2008
Quando il sogno e' banalita': dal Grande Fratello al carcere
Diana Kleimenova aveva un sogno: diventare famosa. Che in realta', e' una trappola. Diventare famosa, significa che si ha bisogno di attenzione ,del riconoscimento degli altri. Il solito sogno banale, di chi non sa cosa fare della propria vita. E Diana in effetti e' confusa: dopo atteggiamenti provocanti nella Casa, dopo essersi messa a flirtare e a fare sesso a cinque minuti dall'entrata nella casa, dichiara "faccio quello che mi viene in mente, se dovessi stare attenta a quello che pensano gli altri, non vivrei piu'."
E invece, questo desiderio di protagonismo, spinto al limite, e' proprio questo: il desiderio di essere riconosciuta, che maschera una profonda insicurezza e un obiettivo di vita poco chiaro. Essere famosa? Beh c'e' riuscita. Nella pagina della cronata pero', perche' e' stata beccata che spacciava droga a Porto Cervo e adesso e' di nuovo nella Casa. Che a Sassari chiamano carcere.
Attenzione all'effimero sogno di "fama e soldi facili": sono valori che nessuno di noi ha nel profondo, nascondono solo un'incapacita' di vivere una vita autentica ed il prezzo da pagare e' altissimo. (Vedi articoli Madonna e Britney Spears, Amy Winehouse sul blog).
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Ecco l'articolo apparso su www.libero.it :
Reclusa in "casa" e in cella
La sexy Diana del Grande Fratello in manette per spaccio di droga. Colta in fallo mentre vendeva polveri e pasticche. Nel reggiseno i soldi, 3 dosi di cocaina e 16 pastiglie di ecstasy
-->Diventare famosa era il suo sogno, magari non attraverso la cronaca perà. Diana Kleimenova, la sexy brunetta ucraina del Grande Fratello, è finita in manette per spaccio di droga. All'interno del reality si era fatta conoscere per la sua spudoratezza, il flirt (con sesso) nato a 5 minuti netti dall'ingresso nella casa con il concorrente Alessandro, i balletti sexy, le minigonne corte come cinture e infine per il gestaccio fatto in diretta alla rivale in sex-appeal Melita.Ora si sicuro finirà di nuovo sotto i riflettori, ma questa volta non per le sue doti seduttive: nella notte di lunedì Diana Kleimenova si è vista stringere le manette ai polsi. La moretta con la frangetta della settima edizione del Grande Fratello, è accusata dai carabinieri di spaccio di sostanze stupefacenti in una discoteca di Porto Rotondo, insieme a un suo amico. La ragazza è stata colta in flagrante all'interno del locale mentre prendeva i soldi della droga appena venduta dall'amico, Vladimiro Mazzocchi, ventottenne romano, praticante avvocato, e se li nascondeva nel reggiseno. I due sono stati bloccati, trovati in possesso di tre dosi di cocaina e 16 pastiglie di ecstasy, e arrestati. Diana, nata 27 anni fa a Vinnizza, in Ucraina, ma residente a Roma da anni, era diventata popolare grazie alla reclusione nella casa del Grande Fratello. Ora è nuovamente reclusa, ma nel carcere di Sassari.
E tu che tipo sei? Madonna o Britney Spears?
Madonna pochi giorni fa ha tagliato il traguardo dei fatidici 50 anni. Almeno, secondo l’anagrafe, perche’ ne dimostra 35. Merito dei fotografi e di photoshop, dicono alcuni ed e’ vero, per metterla in copertina i fotografi dovranno sicuramente sudare di piu’ rispetto ad una ventottenne.
Ma il fisico e’ ancora integro, la voglia di fare e’ ancora tanta, nonostante il successo da oltre venticinque anni, e ai concerti e’ ancora una regina. Si studia tutte le coreografie per ogni canzone, preparandole insieme al team: centinaia di ore di lavoro, per un risultato fantastico. Poi ci sono le ore di palestra, i cambi di stile, per rimanere sempre sulal cresta dell’onda, lo studio dell’immagine. Madonna, oltre che una brava cantante, e’ sicuramente un’eccellente businesswoman.
Che dire di Britney, soprannominata poco tempo fa “il maialino” perche’, dopo un periodo particolarmente duro della sua vita pieno di alcool e droghe, capelli rasati e ombrellate contro i giornalisti, si e’ presentata all’evento di MTV in bikini, sfoggiando un fisico ovviamente non curato. Si muoveva appena, sgraziata, poco convinta, dicevano i maligni. “Leave Britney alooone!” piangeva il fan su YouTube.
Ci asteniamo dal giudicare le performance artistiche della pop girl, anche se rimangono ancora impresse nella mente le sue sfuriate, rasata a zero, dichiarando di essere l’Anticristo.
Due star molto diverse, con un successo enorme. Chi prendere come esempio? Qualcuno a questa domanda sorridera’ dicendo “beh, se devo ispirarmi a qualcuno, il maialino ovviamente lo scartiamo”. Purtroppo pero’ i commenti su Internet mostrano una realta’ diversa, Britney e’ ancora spalleggiata da migliaia di fan che la proteggono e la imitano come se fosse un modello per la loro vita.
Studiosi dell’Universita’ di Wharton, prima Business School al mondo (si’ meglio di Harvard) hanno fatto ricerche sul successo e come raggiungerlo, Prima di tutto, pero’, dovevano definirlo. Hanno cosi’ rifiutato la definizione del dizionario, che dichiarava che successo era il raggiungimento di un obiettivo, come status o un buono stipendio, perche’, come visto in un altro articolo (vedi l’articolo sui secchioni nel blog) sono leve motivazionali esterne, che quindi non ci spingono verso un obiettivo che per noi ha valore. Per loro successo e’ fare quello che si desidera, seguendo i propri valori e le proprie aspirazioni, per almeno vent’anni. Si’, bisogna essere consistenti in quello che si fa, non continuare a cambiare.
Madonna, quindi rientra in questa definizione. E’ una star che ha avuto successo, perche’ ha inseguito un sogno ed ha lavorato sempre duro per arrivarci. E per rimanere. La sua visione e’ stata una visione a lungo termine: lottare, si’ godermi il frutto del mio lavoro oggi, ma pensare anche al domani. Non ha bruciato tutto subito, dopo i primi milioni di dollari, perche’ la musica per lei ha un profondo valore per la sua esistenza. Una visione a lungo termine e’ quello che le ha permesso di festeggiare cinquant’anni ancora sulla cresta dell’onda, facendo quello che ama.
Che dire di Britney? Come purtroppo tante starlette, come anche quelli che si affacciano alla telecamera del Grande Fratello, per rincorrere il sogno di una vita facile (ma e’ un sogno? Ed e’ facile la vita in TV?) ha una visione a breve termine. Probabilmente la musica significa poco per lei, oppure ha altri valori che la motiverebbero molto di piu’, se riuscisse ad esprimerli. I milioni di euro pero’ hanno avuto un effetto particolarmente deleterio.
Una visione a breve termine e’ quella che cerca il piacere immediato: ho preso lo stipendio, ho un sogno, dovrei mettere da parte del denaro, ma mi compro il cellulare nuovo/la borsa nuova/il vestito nuovo/il plasma nuovo, perche’ ho voglia, dopotutto dopo un mese di duro lavoro, me lo merito, no? Sbagliato. La visione a breve termine non ha direzione, e’ monotona e circolare. Bisogno di piacere, soddisfazione del piacere (che non da’ felicita’) bisogno di nuovo piacere. (Vi ricorda qualcosa? Sembra una dipendenza....). La visione a breve termine ci prosciuga finanziariamente, emotivamente, mentalmente e fisicamente. Ed i nostri sogni rimangono ben chiusi in un cassetto in fondo all’anima, soffocati dalle solite scuse: non ho tempo di seguire il mio sogno, non ho soldi, come faccio, devo pagarmi il mutuo. Oh scusa, devo andare ho una chiamata sul mio Blackberry nuovo. E tu, sei Madonna o Britney Spears?
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Pop superstar MADONNA is refusing to worry about her forthcoming 50th birthday, insisting the landmark age is "not a bad word". The Material Girl singer will celebrate the milestone on 16 August (08), but claims her advancing years have done little to dampen her attitude to life. At a press conference on Thursday (28Feb08) to promote the upcoming release of her new album Hard Candy, Madonna was hounded by reporters wanting to know how she feels about turning 50. When a journalist mentioned "5-0" in hushed tones, she responded, "It's not a bad word, you can say it." She also urged them not to view the age as a milestone, saying: "I see it as another excuse to have a birthday party. "(Physically) I feel stronger now than, maybe, 20 years ago - but I think your physicality is connected to your consciousness so if your mind is strong, your body will be strong."
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A former bodyguard for Britney Spears – who worked for her after her release from rehab in March and was the much-hyped "secret witness" in Spears and Kevin Federline's custody case – is now making the media rounds, and he says he witnessed Britney using drugs on two occasions. "They were both in a nightclub in Los Angeles," bodyguard Tony Barretto, who protected Spears, 25, for two months before being fired, said on Monday's Today show. "The incident happened at her table. She had me hold up a curtain, to make her area private." Barretto, who also spoke to Britain's News of the World in an interview published Sunday, added, "The other occasion was when we escorted her to a private restroom upstairs which we secured for her. She was in there for some time alone ... I thought it would be appropriate to check on her. ... I observed this behavior." Speaking to Today host Matt Lauer with his attorney, Gloria Allred, at his side, Barretto was asked if he found Spears appearing to be "completely strung out" in a Los Angeles hotel room. Lauer also noted that Spears lives in Los Angeles, suggesting that her being in a hotel room in a city where she already lived qualified as questionable behavior. "Did you also see evidence of drug use in that hotel?" Lauer inquired. "I did," said Barretto, who said he was frustrated in not being able to step in and offer help. "It was almost forbidden to talk about her personal life," he said. "Britney doesn't listen to nobody. I mean, that's apparent."
Spears poses with Barretto Photo by: REX USA
Asked if he ever saw Spears use drugs or abuse alcohol in front of her children, Sean Preston, 2, and Jayden James, 1, Barretto replied, "I have never seen her use drugs in the presence of her children. ... Alcohol? ... I don't know if 'abuse' is the correct language. I have seen her use alcohol." Last Tuesday, Los Angeles Superior Court Commissioner Scott Gordon found that Spears is a "habitual, frequent and continuous" user of alcohol and controlled substances, and ordered her to submit to random twice-weekly testing. Gordon also ruled that both Spears and ex-husband Federline, 29, may not consume alcohol or non-prescription controlled substances at least 12 hours prior to being with their children. Spears is also ordered to meet with a "parenting coach" at least twice a week for a total of eight hours, according to court documents. On Friday, Spears was charged with hit-and-run causing property damage and driving without a valid license, said the Los Angeles City Attorney. Allred said Barretto's only motivation for giving interviews about his former employer was because he's the father of two young children himself. "In my personal opinion," said Barretto, "I'm just happy the judge has stepped in [to] help the kids." Meanwhile, Spears spent the weekend in Atlanta, sources tell PEOPLE, confirming a report on Perezhilton.com. "She went to Atlanta [Saturday morning] to get out of the chaos of L.A., just gathering her thoughts, looking for peace," a source said.
Spears poses with Barretto Photo by: REX USA
Asked if he ever saw Spears use drugs or abuse alcohol in front of her children, Sean Preston, 2, and Jayden James, 1, Barretto replied, "I have never seen her use drugs in the presence of her children. ... Alcohol? ... I don't know if 'abuse' is the correct language. I have seen her use alcohol." Last Tuesday, Los Angeles Superior Court Commissioner Scott Gordon found that Spears is a "habitual, frequent and continuous" user of alcohol and controlled substances, and ordered her to submit to random twice-weekly testing. Gordon also ruled that both Spears and ex-husband Federline, 29, may not consume alcohol or non-prescription controlled substances at least 12 hours prior to being with their children. Spears is also ordered to meet with a "parenting coach" at least twice a week for a total of eight hours, according to court documents. On Friday, Spears was charged with hit-and-run causing property damage and driving without a valid license, said the Los Angeles City Attorney. Allred said Barretto's only motivation for giving interviews about his former employer was because he's the father of two young children himself. "In my personal opinion," said Barretto, "I'm just happy the judge has stepped in [to] help the kids." Meanwhile, Spears spent the weekend in Atlanta, sources tell PEOPLE, confirming a report on Perezhilton.com. "She went to Atlanta [Saturday morning] to get out of the chaos of L.A., just gathering her thoughts, looking for peace," a source said.
Soldi in premio ai secchioni
Motivare gli studenti con un premio in denaro e' una cattiva strategia, per diversi motivi. Studi psicologici hanno dimostrato che il denaro non solo e' un pessimo motivatore, ma anzi riduce la motivazione a compiere un'attivita' legata ad un compenso.
Esistono due tipi di motivazione:
-estrinseca (esterna), come il denato, lo status, il riconoscimento di altri
-intrinseca (interna), come i valori personali, un obiettivo che da' il significato alla propria vita, ecc.
La motivazione intrinseca e' il vero motore che ci guida verso obiettivi significativi, che a volte sembrano impossibili, perche' e' quella proveniente dal nostro animo e che quindi tocca profondamente le nostre emozioni.
La motivazione estrinseca invece, e' un fuoco di paglia. Il denaro e' un pessimo motivatore, come dimostra questo piccolo esperimento psicologico.
Un gruppo di ricercatori ha diviso delle persone in due gruppi e le ha chiuse in due stanze diverse, dando loro un'attivita': fare un puzzle.
Con una differenza: ad uno dei due gruppi, e' stato semplicemente detto di fare il puzzle, mentre all'altro e' stato dato un premio in denaro per il lavoro svolto. Ad un certo punto, gli studiosi hanno dichiarato il lavoro finito. I due gruppi non avevano pero' terminato il puzzle. I ricercatori hanno poi lasciato le persone nelle rispettive stanze, con il puzzle davanti, ad aspettare, e le hanno osservate. il primo gruppo, quello a cui e' stato semplicemente chiesto di fare il puzzle, nell'attesa ha continuato a divertirsi costruendo il puzzle e cercando di terminarlo, mentre il secondo gruppo, che era stato pagato, si e' rifiutato di continuare autonomamente, perche' ormai percepivano il puzzle come un lavoro e non un divertimento.
Occorrerebbe quindi lavorare su leve motivazionali intrinseche e non estrinseche, che diventano molto pericolose. Come sanno i manager che lavorano 10-12 ore al giorno per 10.000 e piu' euro al mese, solo per svegliarsi un giorno e chiedersi che senso abbia tutto quel correre. O peggio, per poi morire di infarto, come a volte succede, alla tenera eta' di 45 anni o giu' di li'.
Ecco l'articolo completo apparso su http://www.alice.it/
Per incentivare gli studenti all'impegno alcuni dei più prestigiosi istituti superiori italiani hanno deciso di stanziare una quota dei loro fondi scolastici a coloro che già da quest'anno sono stati promossi con almeno la media dell'otto: così è stato deciso, ad esempio, al liceo classico "Ennio Quirino Visconti" di Roma e a quello scientifico "Albert Einstein" di Milano.
Il Visconti, il liceo più antico d'Italia seguito dal Parini di Milano, sta provvedendo a far recapitare ai 50 suoi studenti migliori un buono da 90 euro da spendere (in libri, cd e dvd) nelle librerie Feltrinelli: sono quelli frequentanti le classi comprese fra il quarto ginnasio e il secondo liceo e che hanno ottenuto la promozione, ovviamente senza debiti, con la media uguale o superiore all'otto.
All'Einstein di Milano, invece, gli allievi più meritevoli (i promossi con la media dall'otto in su, ma anche i diplomati con almeno 90/100) è stato assegnato un bonus più alto: 200 euro da spendere non solo in librerie, ma anche per l'acquisto di biglietti teatrali o per l'iscrizione a corsi sportivi, musicali o di lingue.
Le decisioni prese dagli istituti sono state rese possibili dalla legge sull'autonomia introdotta dal alcuni anni nelle scuole italiane.
"Per la prima volta - ha spiegato Rosario Salamone, dirigente scolastico del liceo Visconti - grazie ai fondi resi disponibili dall'autonomia scolastica, con una delibera del consiglio di istituto, abbiamo deciso di premiare il merito, la dedizione, l'assoluta umiltà con la quale i ragazzi più meritevoli si sono dedicati allo studio nel corso dell'anno appena trascorso". "Occorre sostenere questi ragazzi nel loro sforzo di andare controcorrente e dare loro un segnale forte del sostegno degli adulti e della scuola". La linea intrapresa dalle scuole è quella, del resto, indicata negli ultimi tempi dallo stesso ministero dell'Istruzione. Per la prima volta lo scorso settembre l'ex ministro Fioroni fece avere ai 3 mila neo-studenti diplomati con la lode un importante incentivo: una borsa di studio di mille euro da spendere in libri e strumenti didattici utili alla loro formazione post-diploma.
Il nuovo ministro Gelmini, che sin dal primo giorno del suo insediamento a viale Trastevere si è dichiarato fervente sostenitore del merito e delle competenze da migliorare ad ogni costo, ha dato seguito al provvedimento: tra poche settimane i quasi 4 mila studenti neo-diplomati con lode (dallo 0,7% del 2007 sono infatti passati allo 0,9% sempre con una netta prevalenza dei diplomati del meridione) riceveranno infatti il confermato voucher da mille euro.
Il Visconti, il liceo più antico d'Italia seguito dal Parini di Milano, sta provvedendo a far recapitare ai 50 suoi studenti migliori un buono da 90 euro da spendere (in libri, cd e dvd) nelle librerie Feltrinelli: sono quelli frequentanti le classi comprese fra il quarto ginnasio e il secondo liceo e che hanno ottenuto la promozione, ovviamente senza debiti, con la media uguale o superiore all'otto.
All'Einstein di Milano, invece, gli allievi più meritevoli (i promossi con la media dall'otto in su, ma anche i diplomati con almeno 90/100) è stato assegnato un bonus più alto: 200 euro da spendere non solo in librerie, ma anche per l'acquisto di biglietti teatrali o per l'iscrizione a corsi sportivi, musicali o di lingue.
Le decisioni prese dagli istituti sono state rese possibili dalla legge sull'autonomia introdotta dal alcuni anni nelle scuole italiane.
"Per la prima volta - ha spiegato Rosario Salamone, dirigente scolastico del liceo Visconti - grazie ai fondi resi disponibili dall'autonomia scolastica, con una delibera del consiglio di istituto, abbiamo deciso di premiare il merito, la dedizione, l'assoluta umiltà con la quale i ragazzi più meritevoli si sono dedicati allo studio nel corso dell'anno appena trascorso". "Occorre sostenere questi ragazzi nel loro sforzo di andare controcorrente e dare loro un segnale forte del sostegno degli adulti e della scuola". La linea intrapresa dalle scuole è quella, del resto, indicata negli ultimi tempi dallo stesso ministero dell'Istruzione. Per la prima volta lo scorso settembre l'ex ministro Fioroni fece avere ai 3 mila neo-studenti diplomati con la lode un importante incentivo: una borsa di studio di mille euro da spendere in libri e strumenti didattici utili alla loro formazione post-diploma.
Il nuovo ministro Gelmini, che sin dal primo giorno del suo insediamento a viale Trastevere si è dichiarato fervente sostenitore del merito e delle competenze da migliorare ad ogni costo, ha dato seguito al provvedimento: tra poche settimane i quasi 4 mila studenti neo-diplomati con lode (dallo 0,7% del 2007 sono infatti passati allo 0,9% sempre con una netta prevalenza dei diplomati del meridione) riceveranno infatti il confermato voucher da mille euro.
martedì 19 agosto 2008
Ho capito di possedere quella forza interiore che, ne sono convinta, tutti abbiamo dentro di noi. Ci vuole determinazione e perseveranza per passare indenni attraverso le circostanze difficili e raggiungere un obiettivo. La vita, quando si e' senza comodita', consiste nel fare piccoli passi, ma si puo' sempre rischiare di piu' di quello che si pensa di saper fare. Basta osare sognare.
Dee Caffari
Dee Caffari
Dee Caffari - Contro i venti e le correnti
"Continuerai a parlare, o farai qualcosa per raggiungere i tuoi sogni?" Con questa frase il padre di Dee le dice addio, colpito da una malattia incurabile.
Dee, che in quel periodo lavorava come insegnante in Inghilterra, ne rimane profondamente colpita. la monotonia di tutti i giorni viene scossa fin nelle viscere e qualcosa affiora in questa ragazza con una grande passione: il mare. Fin da piccola uscire in mare con papa' e mamma era stato per lei fonte di infinito piacere, ma negli ultimi anni, con gli impegni, il lavoro lontano da casa, non era piu' riuscita a godersi le onde come aveva fatto in gioventu'. Adesso quella passione soffocata per tanto tempo riaffiorava con forza.
Dopo tante incertezze, decide di lasciare l'insegnamento e partecipare ad un corso per diventare skipper. Inizia un'estate favolosa, finalmente Dee e' di nuovo in mare, e viene pagata per farlo. Il sogno comincia a prendere forma, anche se la sua vita non ha ancora una direzione precisa. Decide di partecipare ad un concorso per diventare skipper pe ril giro intorno al mondo con equipaggio non professionista, il Global Challenge. Durante gli allenamenti in barca, perde la falange di un dito, proprio prima delle prove per essere ammessa. Dee e' pero' troppo determinata per lasciarsi sfuggire l'occasione e si presenta comunque: verra' scelta come skipper per il suo primo viaggio intorno al mondo. Al termine della regata, Dee accarezza un sogno ancora piu' grande, che dettera' finalmente il percorso che seguira' nella sua vita: vuole diventare la prima donna a circumnavigare il globo in barca a vela contro i venti e le correnti dominanti. L'impresa e' enorme, e a volte il dubbio affiora, soffocando passione, sogni, desideri e tentandola piu' volte ad abbandonare tutto. Ammainare le vele, cambiarle, controllare i piloti automatici, tutto diventa una fatica immane quando si e' soli. Attraversera' i tre oceani, passera' i tre capi principali, sfidera' l'oceano Antartico, famoso per le sue continue tempeste. Venti violenti, fino a 70 nodi, sferzano la barca portandola al limite e grossi cavalloni colpiscono il ponte, i fianchi, rendendo la vita all'interno quasi impossibile. A volte Aviva, la barca di Dee sponsorizzata dall'omonima societa', deve scivolare su onde enormi, grandi quanto un palazzo di tre-quattro piani, salendo fino in cima, per poi rituffarsi nella conca prodotta dall'onda stessa. Saranno sei mesi durissimi in mare, dove Dee imparera' a dormire per un'ora, due al massimo e sfruttare ogni momento per fare un sonnellino. Durante una burrasca particolarmente insidiosa, Dee rimarra' sveglia per nove giorni, riposando solo un'ora a notte, per riuscire a portare a termine l'impresa. Dopo sei mesi di mare, finalmente il ritorno a casa: Dee ce l'ha fatta, ha vissuto il suo sogno fino in fondo e una nuova vita comincia adesso.
Il coraggio e la determinazione sono elementi importantissimi quando vogliamo raggiungere un obiettivo che ci sembra troppo grande per noi. In realta', i limiti che spesso ci poniamo di fronte sono solo limiti creati da noi, a volte per comodita', per avere una scusa pronta, piu' per noi stessi che per chi ci sta attorno, da raccontarci quando un giorno ci guarderemo indietro con rimpianto per non aver tentato.
In realta', l'unico modo in cui si fallisce nella vita, e' proprio quando non si prova. Anche solo un passo verso il proprio obiettivo, ci apre le porte ad una nuova esistenza, piu' vera e piu' allineata con i nostri valori e con quello che veramente da' significato ed importanza alla nostra esistenza.
Oggi Dee si prepara per nuove sfide e ha fondato la sua azienda di Public Speaking, in Inghilterra. Il suo sito e' http://www.deecaffari.co.uk/
Born in 1973 and raised in land locked Hertfordshire, Dee now lives on the South Coast with her partner, Harry Spedding.
With a passion for sport and exercise, Dee has become an Ambassador for Active Southampton promoting 30 minutes of exercise a day. This keen interest in health and fitness stems from her roots as a secondary school PE teacher, a career taken up after graduating from Leeds Metropolitan University. With a childhood love of dance and growing up listening to 80’s music, co-producing a school production of Grease was a highlight from Dee’s teaching days in Halifax. Dee then moved from Yorkshire to Dorset to take up the role as Sports Manager of an International College which involved overseeing the sports programme, social programmes, health and safety as well as discipline and counselling for the residential students.
In 2000, after five years of teaching, Dee made the tough decision to make a career change and join the marine industry. Coupled with a desire for adventure, to travel and experience new environments this change in direction resulted in six months of windsurfing and qualification as a water sports instructor in Barbados. Dee went on to complete her sailing qualifications and through sheer determination began working in the sailing industry. A love of the ocean and our coastline has now seen Dee become an Ambassador for the RYA Green Blue Campaign to help encourage everyone to Reduce, Re-Use and Recycle.
Working in the yacht charter business enabled Dee to sail both in the UK and the Caribbean. Watching the start and finish of the 2000/01 Global Challenge Race was the catalyst that Dee needed to set her next career goal. It is at this time that Dee’s determination to succeed took hold and she spent the next 4 years gathering the experience required and went on to pass the rigorous selection process for the 2004/05 Global Challenge Race, setting off as the only female skipper in the fleet that year.
A natural team leader, the crewed round the world race dealt with man management, conflict management and also the extreme highs and lows encountered with success and failure on a race lasting ten months. Rather than acting as a deterrent to Dee, this spurred her on to push boundaries yet again by attempting the same journey – solo and non stop. After arriving home from the Global Challenge race in July 2005, it was just four months later that Dee set off again to attempt her pioneering voyage.
After six months at sea alone, Dee sailed victoriously back into Southampton on the 21st May 2006 having successfully become the first woman in history to sail around the world, single-handed, non stop and against the prevailing winds and currents. In recognition of her achievement, Dee was awarded an MBE for her services to sailing in the Queen’s Birthday honours list.
A strong desire to face and overcome challenges has led Dee into adventures outside of the sailing environment. Amongst the adventure races Dee has taken part in, the Mark Webber Pure Tasmania Challenge was the most extreme. This involved Dee leading an all female team over 6500km of rugged terrain using the four disciplines of trekking, running, cycling and kayaking. The focus was to raise money for cancer charities and Dee has since become a Patron for the charity Sail 4 Cancer.
However, Dee’s passion for sailing and ambition to succeed is the constant driver in her life and now she faces her greatest challenge to date when she joins the start line of the Vendee Globe in November 2008. Dee will be competing in what is widely regarded as the pinnacle of offshore sailing. Successful completion will secure her another world record by becoming the first female to sail solo, non-stop around the world in both directions.
lunedì 18 agosto 2008
Amy Winehouse e la ricerca della felicita'
Una ricerca condotta da medici americani indica che in media se sei una rockstar, la tua vita sara' molto piu' breve. E la tua morte sara' molto piu' violenta.
Da anni ormai le ricerche degli psicologi di tutti il mondo sulla felicita' hanno dimostrato che questo concetto tanto sfuggente quanto inseguito nei secoli da filosofi e da tutte le persone, che ne vogliono una parte, non e' per niente legato ai bonus che una rockstar o qualsiasi altro divo tanto invidiato ha: fama e soldi.
Una volta raggiunto un reddito che permette di vivere senza rinunce ai bisogni di base, un successivo aumento di reddito non comporta un aumento di felicita' ,anzi, se per sostenere tale reddito occorre lavorare moltissimo, magari in un ambiente che non si ama, la felicita' e la soddisfazione per la propria vita scendono.
Due terzi dei vincitori della lotteria in America hanno mostrato come la felicita' non sia legata neanche ad una vincita milionaria: dopo la prima euforia infatti, tutti hanno speso i milioni che avevano vinto per ritornare al loro stato iniziale, la zona di comfort dove stavano bene. E' un effettto psicologico della nostra mente, che cerca veramente quello che fa meglio per noi, cioe' l'armonia, il benessere fisico e mentale e delle attivita' che ci soddisfano. I soldi non rientrano nell'equazione. E la fama neppure.
Questo viene ampiamente dimostrato dai tanti divi e dive che nonostante sembrino avere tutto dalla vita, in realta' lottano contro un mostro invisibile che li tortura, a volte fino ad ucciderli. Basti pensare al geniale Joker del nuovo film di Batman, morto suicida a gennaio del 2008.
Amy Winehouse ha fatto storia con le sue scorribande per le strade saltando nelle macchine di sconosciuti, picchiando i fan durante i concerti, mostrandosi in pubblico con le narici ancora piene di cocaina. In uno degli ultimi concerti, dopo poche canzoni cantate penosamente, ha lasciato il microfono a meta' performance e se ne e' andata, insultando il pubblico che giustamente fischiava.
Amy, come tanti altri come lei, probabilmente non sta facendo quello che ama nella vita (sembra incredibile per molti...) o comunque non riesce a trovare soddisfazione dalle sue performance, dalla sua bellissima musica, e deve quindi rifugiarsi nel suo piccolo mondo fatto di droghe e alcool. Solito copione, purtroppo.
Amy Winehouse was booed off stage on the first date on her UK tour last night after she showed up drunk and turned the concert into a tribute to her jailed husband, Blake Fielder-Civil. Mumbling and taunting the audience, Winehouse slurred her way through four songs before dropping the microphone and walking off stage. The Sun reports:
And as fans tired of the mumbling star and began booing, Amy turned on her audience. She said: "Let me tell you something. First of all, if you're booing you're a mug for buying a ticket. Second to all the people booing - just wait till my husband gets out."...Dressed in a tight black miniskirt and with her see-through top showing off her black bra, at one point her boobs almost popped out after she lost her balance. Her closing number was Valerie but before she got to the end she stopped singing, dropped the microphone and walked off stage. Fan James Dyas was one of those who walked out demanding his money back. He said: "She came on stage half an hour late. She managed four songs but was slurring her words and swaying all over the place. She fell into the guitar stand and dropped the microphone - it was atrocious. The song she dedicated to her husband was so bad it was like swinging a cat round your head."Well, Amy does kinda have a good point. If you bought a ticket to this show, you're pretty dumb. Of course it was gonna end up like this. Amy Winehouse has two priorities: drunk and high. Performing for you isn't really her thing. Unless rambling idiots and alcoholic seizures do it for you. You'd probably be more entertained at a boat show.
And as fans tired of the mumbling star and began booing, Amy turned on her audience. She said: "Let me tell you something. First of all, if you're booing you're a mug for buying a ticket. Second to all the people booing - just wait till my husband gets out."...Dressed in a tight black miniskirt and with her see-through top showing off her black bra, at one point her boobs almost popped out after she lost her balance. Her closing number was Valerie but before she got to the end she stopped singing, dropped the microphone and walked off stage. Fan James Dyas was one of those who walked out demanding his money back. He said: "She came on stage half an hour late. She managed four songs but was slurring her words and swaying all over the place. She fell into the guitar stand and dropped the microphone - it was atrocious. The song she dedicated to her husband was so bad it was like swinging a cat round your head."Well, Amy does kinda have a good point. If you bought a ticket to this show, you're pretty dumb. Of course it was gonna end up like this. Amy Winehouse has two priorities: drunk and high. Performing for you isn't really her thing. Unless rambling idiots and alcoholic seizures do it for you. You'd probably be more entertained at a boat show.
Amy Winehouse has been warned she must quit drugs or risk death. The troubled singer was hospitalised on Monday after fainting and was kept in last night for further tests to establish why she collapsed.
A source revealed to Britain's The Sun newspaper: "Eventually she won't get up again. "The only thing to stop that happening is if she quits drugs." Doctors believe Amy's blackout could be linked to her drugs overdose last summer.
The 24-year-old star had several seizures last year and tests allegedly revealed her condition was linked to drugs. She was told at the time to get clean or run the risk of continuing medical problems.
The source added: "After this, it looks like they were right." Worried friends believe the singer - who is due to perform at the Glastonbury music festival and Nelson Mandela's birthday celebrations later this month - needs to take a break from music in order to recover.
A friend said: "She should not work for at least six months. It is irresponsible of her team to keep putting her on stage. "She needs to get away from temptations." Amy's dad Mitch - who is keeping a vigil by her bedside at The London Clinic - said yesterday: "She's doing fine." Her spokesperson said: "Amy is still having tests done. They want to keep her in for observation. Her father is still by her side."
A source revealed to Britain's The Sun newspaper: "Eventually she won't get up again. "The only thing to stop that happening is if she quits drugs." Doctors believe Amy's blackout could be linked to her drugs overdose last summer.
The 24-year-old star had several seizures last year and tests allegedly revealed her condition was linked to drugs. She was told at the time to get clean or run the risk of continuing medical problems.
The source added: "After this, it looks like they were right." Worried friends believe the singer - who is due to perform at the Glastonbury music festival and Nelson Mandela's birthday celebrations later this month - needs to take a break from music in order to recover.
A friend said: "She should not work for at least six months. It is irresponsible of her team to keep putting her on stage. "She needs to get away from temptations." Amy's dad Mitch - who is keeping a vigil by her bedside at The London Clinic - said yesterday: "She's doing fine." Her spokesperson said: "Amy is still having tests done. They want to keep her in for observation. Her father is still by her side."
Il Sogno di Natalie
Natalie e; una nuotatrice 24enne e poco tempo fa ha partecipato al campionato mondiale dei deici chilometri Open di nuot oper qualificarsi alle olimpiadi. Ha lottato nella durissima gara fino in fondo, arrivando quarta, il che le ha dato la possibilita' di gareggiare nelle Olimpiadi di Pechino 2008.
Mentre tutte le altre nuoatrici sono uscite dall'acqua, dopo la gara di qualificazione, Natalie e' rimasta in acqua, in attesa del suo team di supporto. Quando finalmente e' uscita, ha rivelato perche' il suo quarto posto sia tanto eccezionale: Natalie ha una gamba sola.
Fin da quando era bambina ha sempre sognato di gareggiare alle Olimpiadi, nello sport forse piu' duro fra tutti, e a sedici anni ha mancato per un pelo le qualificazioeni a Sidney 2000. Poi l'incidente in scooter, che l'ha lasciata menomata. Ma il sogno di Natalie era piu' forte, e' sopravvissuto nel suo animo e l'ha spinta a lottare per cinque anni. anni di avventure e di sconfitte, fino all'immensa gioia di vedersi accettare nelle Olimpiadi.
Nataie e' un'altra atleta, come Pistorius, che dimostra come le limitazioni che abbiamo sono per la maggior parte create da noi stessi e che se vogliamo veramente qualcosa, possiamo ottenerlo, lottando fino alla fine. In bocca al lupo, Natalie!
She is a tough character in perhaps the toughest of all Olympic sports, but as she stood on the bank of the Guadalquivir river in Seville, trying to take in what she had just achieved, Natalie du Toit could not contain her emotion.
Olympic Games homepage
"I'm sorry," she said. "I think this is the first time I've ever cried after a swim because it means so much. It's something that I've wanted to do for my whole life and I am just really, really happy."
A few minutes earlier, Du Toit had touched home in fourth place in the 10km at the World Open-Water Swimming Championships, comfortably inside the top-10 finish required to qualify for the Olympic Games in Beijing this summer. But as the 50 competitors emerged from the murky water after their two-hour ordeal, the fact that Du Toit remained on the pontoon by the finish was the clue that this was no ordinary story.
It was not until a member of her South African support team arrived with her prosthetic leg that the 24-year-old was able to join her rivals on the weary trudge back to dry land. Astonishingly, she can now look forward to lining up alongside the world's greatest long-distance swimmers in Beijing, despite the fact that her left leg was amputated above the knee seven years ago after she was knocked off her motor scooter.
She has made history by becoming the first amputee to qualify for the Olympic Games, an achievement that defies scientific logic. While lawyers still argue over whether her compatriot, Oscar Pistorius, gains an unfair advantage on the track over his able-bodied rivals through his prosthetic blades, Du Toit's incredible feat is to have finished fourth in a two-hour race in choppy water, and with swimmers bumping and boring into each other, with only half the leg-propulsion of her rivals.
Unlike Pistorius, Du Toit does not wear a prosthetic leg in races and is therefore free to compete in Beijing. It is akin to competing in a sculling race with one scull or a kayak race with a single-bladed paddle. Her secret? Well, there is no secret, she says, no physical or technical trick to compensate for the loss of a limb. Just hard work and obsessive determination. "There's no real compensation. You just do the hours in the swimming pool, you do the hours of racing and you do the hours of mental preparation. You just go out and give it everything. I don't even think of one leg, two legs. When you're racing in an able-bodied competition you're all equal and you go out there and try your best, and that's what counts.
"Swimming is my passion and something that I love. Going out there in the water, it feels as if there's nothing wrong with me. I go out there and train as hard as anybody else. I have the same dreams, the same goals. It doesn't matter if you look different. You're still the same as everybody else because you have the same dream."
The open-water event will be making its Olympic debut in China and Du Toit's presence in the starting line-up is guaranteed to be one of the stories of the Games.
At the age of 16, and with her left leg still intact, she narrowly missed qualification for the 2000 Sydney Olympics, but her accident a year later, when she was hit by a car as she returned home from a training session, looked to have ended her career. Yet only a year later she became the first disabled swimmer to compete in an able-bodied event when she raced for South Africa at the 2002 Commonwealth Games. In 2004 she failed in an attempt to qualify for the Athens Olympics but went to the Paralympics instead and won five gold medals. But still the Olympic dream burned within her.
"I think for me it's about having the dream of going to the Olympics all my life. I've dreamed about it since I was six years old and I started swimming, and then when I just missed out on qualifying for Sydney. After the motorbike accident it was just a matter of going out there and seeing what I could do, but back then I could never have dreamed this day would come. Definitely not. For the first five years after my accident I improved a lotbut then I didn't improve much at all. To come out here and have such a good race is fantastic."
Britain's Cassie Patten was also celebrating after she finished second behind Russia's Larisa Ilchenko in a repeat of last year's World Championships in Melbourne, while fellow Briton Keri-Anne Payne also made sure of her Olympic place in eighth position.
It is clearly not an event for the squeamish. Patten, who has suffered from seasickness and jellyfish stings in previous races, encountered a new problem in a stretch of water normally reserved for rowing and canoeing. "On the last lap I tasted something very much like duck poo," she said. "Not that I've eaten duck poo before, but it didn't taste or smell very nice."
Patten is a serious medal prospect in China, perhaps even a golden one, though she was happy to be upstaged by the achievement of her South African rival yesterday.
"Natalie is an outstanding swimmer - very, very strong not only physically but mentally," said Patten. "For someone to overcome such an horrific accident and then qualify for the hardest swimming event there is, that's quite outstanding."
Olympic Games homepage
"I'm sorry," she said. "I think this is the first time I've ever cried after a swim because it means so much. It's something that I've wanted to do for my whole life and I am just really, really happy."
A few minutes earlier, Du Toit had touched home in fourth place in the 10km at the World Open-Water Swimming Championships, comfortably inside the top-10 finish required to qualify for the Olympic Games in Beijing this summer. But as the 50 competitors emerged from the murky water after their two-hour ordeal, the fact that Du Toit remained on the pontoon by the finish was the clue that this was no ordinary story.
It was not until a member of her South African support team arrived with her prosthetic leg that the 24-year-old was able to join her rivals on the weary trudge back to dry land. Astonishingly, she can now look forward to lining up alongside the world's greatest long-distance swimmers in Beijing, despite the fact that her left leg was amputated above the knee seven years ago after she was knocked off her motor scooter.
She has made history by becoming the first amputee to qualify for the Olympic Games, an achievement that defies scientific logic. While lawyers still argue over whether her compatriot, Oscar Pistorius, gains an unfair advantage on the track over his able-bodied rivals through his prosthetic blades, Du Toit's incredible feat is to have finished fourth in a two-hour race in choppy water, and with swimmers bumping and boring into each other, with only half the leg-propulsion of her rivals.
Unlike Pistorius, Du Toit does not wear a prosthetic leg in races and is therefore free to compete in Beijing. It is akin to competing in a sculling race with one scull or a kayak race with a single-bladed paddle. Her secret? Well, there is no secret, she says, no physical or technical trick to compensate for the loss of a limb. Just hard work and obsessive determination. "There's no real compensation. You just do the hours in the swimming pool, you do the hours of racing and you do the hours of mental preparation. You just go out and give it everything. I don't even think of one leg, two legs. When you're racing in an able-bodied competition you're all equal and you go out there and try your best, and that's what counts.
"Swimming is my passion and something that I love. Going out there in the water, it feels as if there's nothing wrong with me. I go out there and train as hard as anybody else. I have the same dreams, the same goals. It doesn't matter if you look different. You're still the same as everybody else because you have the same dream."
The open-water event will be making its Olympic debut in China and Du Toit's presence in the starting line-up is guaranteed to be one of the stories of the Games.
At the age of 16, and with her left leg still intact, she narrowly missed qualification for the 2000 Sydney Olympics, but her accident a year later, when she was hit by a car as she returned home from a training session, looked to have ended her career. Yet only a year later she became the first disabled swimmer to compete in an able-bodied event when she raced for South Africa at the 2002 Commonwealth Games. In 2004 she failed in an attempt to qualify for the Athens Olympics but went to the Paralympics instead and won five gold medals. But still the Olympic dream burned within her.
"I think for me it's about having the dream of going to the Olympics all my life. I've dreamed about it since I was six years old and I started swimming, and then when I just missed out on qualifying for Sydney. After the motorbike accident it was just a matter of going out there and seeing what I could do, but back then I could never have dreamed this day would come. Definitely not. For the first five years after my accident I improved a lotbut then I didn't improve much at all. To come out here and have such a good race is fantastic."
Britain's Cassie Patten was also celebrating after she finished second behind Russia's Larisa Ilchenko in a repeat of last year's World Championships in Melbourne, while fellow Briton Keri-Anne Payne also made sure of her Olympic place in eighth position.
It is clearly not an event for the squeamish. Patten, who has suffered from seasickness and jellyfish stings in previous races, encountered a new problem in a stretch of water normally reserved for rowing and canoeing. "On the last lap I tasted something very much like duck poo," she said. "Not that I've eaten duck poo before, but it didn't taste or smell very nice."
Patten is a serious medal prospect in China, perhaps even a golden one, though she was happy to be upstaged by the achievement of her South African rival yesterday.
"Natalie is an outstanding swimmer - very, very strong not only physically but mentally," said Patten. "For someone to overcome such an horrific accident and then qualify for the hardest swimming event there is, that's quite outstanding."
Alex Bellini. Il coraggio di osare
Alex e' uno studente universitario che, come tanti altri, sta cercando di trovare la propria strada nell'universo a volte un po' frustrante e monotono del mondo del lavoro. Non vede obiettivi che lo attirano, che si allineino con i suoi valori.
dentro Alex c'e' il desiderio di andare oltre, di esplorare, di fare avventure come gli eroi dei libri che leggeva da giovane.
La vita pero' e' un copione sempre uguale. Finisci l'universita', trovati un lavoro, cerca di tenertelo, trovati una casa. e cosi' via. Alex vuole qualcosa di piu' sente che quella non e' la sua vita. sta vivendo la vita di qualcun altro.
Allora si decide a partire. Legge di un viaggiatore che ha attraversato l'oceano a remi e vuole fare lo stesso. vuole sfidare il mare, sfidare se stesso ed i suoi limiti, vuole oltrepassare i confini della ragione, della vita di tutti i giorni, che non da' spazio ai sogni. vuole realizzare se stesso, vuole avere una vita appagante. Alex pero' non e' ricco. deve quindi cercarsi uno sponsor, che dopo varei vicissitudini e tanta determinazione, trova (Findomestic e Grafoplast sono i due maggiori sponsor della sua prima traversata), compra una barca di 7 metri a remi, si allena per mesi. poi la grande partenza dall'Italia, alla volta di Fortaleza, in Brasile, dall'altra parte dell'oceano. Il mare pero' e grosso e dopo poche ore deve ritornare in porto. Per molti e' la conclusione di un sogno, il fallimento di un traguardo che era sicuramente follia. Ma Alex non ci sta, e pochi giorni dopo riparte, piu' deciso di prima. Affrontera' il mare, le tempeste che capovolgono la sua barca diverse volte, l'acqua che distrugge buona parte delle sue provviste, e fara' naufragio a Formentera: un altro fallimento, la barca e' distrutta. Alex non si arrende, il suo sogno e' troppo importante, e' quello che da' significato alla sua esistenza, e non vuole lasciarselo scappare. Cosi', inizia tutto da capo. gli allenamenti, la barca nuova, gli sponsor. e riparte. Rimarra' in mare per diversi mesi, combattendo con la fame e le onde, il vento e le tempeste. Dovra' digiunare per diversi giorni, perche' le provviste non sono abbastanza, fino ad approdare su un piccolo isolotto dove dei ricercatori, gli unici abitanti, gli danno qualcosa con cui rifocillarsi.
Combattera' con il sonno ed un orizzonte sempre uguale. Gioira' del suo avanzare, a colpi di remo, sempre piu' vicino al traguardo, e si godra' bellissime albe e tramonti stupendi, in compagnia dei delfini.
dopo migliaia di ore in mare, Alex ce l'ha fatta: sbarca a Fortaleza, ha attraversato l'Oceano Atlantico.
Al momento Alex e' al suo 178 giorno di navigazione nell'Oceano Pacifico, verso l'Australia. questo ragazzo coraggioso, ha deciso che vivere il suo sogno e' una delle cose piu' importanti della sua vita e lo fa con tutti i rischi connessi alla sua avventura.
la posizione real time di Alex si puo' vedere su www.alexbellini.it .
Alex ha osato seguire il suo obiettivo fino in fondo, per quanto potesse essere considerato folle ed ha scoperto una vita piu' vera ed appagante. e, come dice lui, se lui e' riuscito ad attraversare l'oceano, tu potrai fare molto di piu'.
Lorenzo
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